“Dobbiamo evitare di restare senza soldi in cassa e per questo non possiamo consentirci di rimborsare che hanno acquistato biglietti per voli che poi cancellati a causa del coronavirus, altrimenti rischiamo di fallire”. Il numero uno della Iata Alexandre de Juniac lo ha spiegato ieri nel corso di una conference call con la stampa, secondo quanto riportato dalle agenzie. Per le compagnie aeree rimborsare i biglietti è una questione finanziariamente insostenibile, questo l’alternativa è quella di offrire dei buoni di uguale valore da utilizzare in un secondo momento.
Secondo il bilancio fornito dalla stessa Iata, nel secondo trimestre 2020 erano stati già venditi biglietti per un totale di circa 35 miliardi di dollari, soldi necessari oggi ai vettori per restare in attività anche se, come ha spiegato il capo economista Brian Pearce, nonostante i comportamenti adottati dalle compagnie ed alle agevolazioni messe in campo anche da Eurocontrol per il pagamento dei diritti di sorvolo, la maggior parte delle stesse compagnie rischia di fallire da qui a due mesi. Fra impiego diretto ed indotto, sarebbero a rischio 25 milioni di posti di lavoro.
Sui rimborsi attraverso i voucher, de Juniac ha sottolineato che nel mondo ci sono Paesi che hanno accettato l’idea dei voucher al posto dei rimborsi mentre altri non concordano, così come le associazioni di consumatori che chiedono il rimborso integrale dei biglietti emessi e di cui non si è potuto fruire per le cause di forza maggiore che sono davanti agli occhi di tutti.
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