Crollo finanziario, alluvioni, bufere, terremoto in Giappone, Primavera Araba: nel 2011, numerosi fattori hanno avuto impatto sull’economia mondiale e, di conseguenza, nazionale. Eppure il turismo ha retto gli urti e ha consolidato la propria forza come traino per il sistema produttivo: il rapporto Impresa Turismo 2012 realizzato da Isnart-Unioncamere rileva un saldo di fine anno di stabilità per il settore in Italia, registrando una minima contrazione dello 0,2% delle camere vendute, con una media del tasso di occupazione delle camere pari al 43,8%. Secondo la ricerca, il 2011 ha visto un leggero vantaggio (+1,5%) del comparto alberghiero in cui la concordanza tra l’andamento del prezzo e quello dell’occupazione ha mostrato un adattamento alla congiuntura in corso e, al contempo, un lieve calo (-2,3%) del comparto extralberghiero rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda lo scenario internazionale del turismo organizzato, il rapporto ha evidenziato un andamento sostanzialmente positivo: il 43,3% degli operatori indica una crescita delle richieste rispetto al 2010, il 39,7% dichiara un andamento stabile ed il 17% segnala qualche criticità. Nel caso dei viaggi organizzati verso l’Italia, cresce la quota di buyers che indica un aumento delle richieste verso il Paese (il 40% rispetto al 36,5% del 2010) e diminuiscono gli operatori che segnalano un calo (15,3% rispetto al 21,4% dell’anno precedente). A fronte di una crescita dei consumi dei turisti stranieri del 9,9%, Isnart-Unioncamere ha stimato una diminuzione totale della spesa turistica degli italiani pari al 14,4% rispetto al 2010. In particolare, la spesa per i prodotti italiani risulta maggiore nelle località balneari seguite dalle città, dalla montagna, dal lago e dalle terme. In termini di occupazione, il settore ha concentrato il 6,8% dei lavoratori occupati nelle imprese dell’industria e dei servizi in Italia con 794.000 dipendenti a fine 2010. Secondo l’analisi di Isnart, infine, il 14,8% delle vendite di pacchetti turistici verso l’Italia è stato realizzate on line, con quote massime in Olanda (25,4%), Giappone (25,5%), Russia (21,9%) e Canada (20,6%). “Credo che le Camere di Commercio possano essere un riferimento sicuro per questo grande comparto economico – ha commentato Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere – ed offrire una leva in più al sistema delle imprese”.