Una giornata nell’età del bronzo

Museo TerramareIl Parco archeologico e Museo all’aperto della Terramara di Montale (a Castelnuovo Rangone, 10 chilometri da Modena) è uno fra i pochi Musei archeologici italiani open air dove si possono conoscere il passato vivendo la storia e l’archeologia sperimentale di 3.500 anni da oggi. Gli scavi hanno scoperto i resti di una delle terramare, villaggi fortificati sorti in Emilia e nella zona centrale della pianura padana fra l’età del bronzo media e recente (1.650-1.170 a.C.), di dimensione variabile, da 1-2 ettari nelle fasi più antiche fino a 20 ettari nelle fasi più avanzate, circondati da un terrapieno e da un fossato quali difese artificiali e riserve idriche. Si stima che la popolazione complessiva di questi villaggi abbia raggiunto i 150.000-200.000 abitanti, per poi scomparire misteriosamente intorno al 1.200 a. C.. Si entra nella macchina del tempo per immergersi nell’atmosfera degli antenati camminando nel museo all’aperto, dove è stata ricostruita, sulla base dei dati archeologici, una parte del villaggio (che si pensa fosse abitato da 100-150 persone), completa di fossato e terrapieno con palizzata. Ci si avventura nelle due case (del guerriero e del contadino) poste su piattaforme sopraelevate, costruite con un impasto di limo, sabbia e sterco di cavallo steso su un’intelaiatura di rami o canne palustri. Si ammira al loro interno vasellame, utensili, armi, oggetti per la cura personale, ornamenti e vestiti che riproducono fedelmente gli originali della metà del II millennio a. C.. Ma non è tutto. Le domeniche ed i festivi nei mesi di aprile, maggio, giugno, settembre e ottobre si assiste alla riproduzione delle principali attività artigianali delle comunità dell’età del bronzo: la fabbricazione e cottura dei vasi, la produzione di armi e utensili in bronzo, la scheggiatura della pietra, la tessitura con telai a pesi, la realizzazione di cesti in salice, la lavorazione del legno e del corno di cervo, l’accensione del fuoco (che  fu una conquista non solo per la difesa, l’illuminazione, il riscaldamento, la cottura dei cibi, ma anche come elemento magico di aggregazione sociale). Si scopre come e cosa mangiavano gli abitanti della pianura padana nell’età del bronzo e come si procuravano il cibo. E poi, nei laboratori organizzati in alcune giornate festive, i bambini possono imparare le tecniche degli artigiani delle terramare, costruire case senza mattoni, ma anche sperimentare i metodi di ricerca dell’archeobotanico, dell’archeologo o dell’antropologo. Infine, ecco Aran, il vecchio saggio della terramara di Montale, che racconta le storie di uomini e donne di 3.500 anni fa. Il Museo archeologico open air è un affascinante viaggio di visita ai nostri antenati. Il Parco (che quest’anno ha festeggiato il suo decimo compleanno) è inserito in una dimensione progettuale europea di cui fanno parte nove musei archeologici all’aperto d’Europa e la University of Exeter (UK), oltre ad EXARC.

Barbara Cantella