La denuncia del segretario generale della Uil trasporti Giuseppe Caronia è netta. Ricordando che martedì 15 marzo si concluderà una prima fase della privatizzazione di Tirrena e Siremar, dice che un primo effetto della “sbagliata e pasticciata” privatizzazione “che si sta già chiaramente evidenziando, è quello del forte incremento delle tariffe che non può trovare giustificazione nel solo aumento dei costi del carburante ma che è invece, a mio avviso, legato alla già iniziata fine di ogni concorrenza tra i diversi competitori nel settore dei traghetti. Martedì, con la presentazione delle offerte vincolanti, auguriamoci che ce ne siano, si concluderà una prima fase della privatizzazione di Tirrenia e Siremar (poste artatamente in amministrazione straordinaria), nel totale rifiuto di ogni confronto e senza che nessuna delle nostre richieste sia stata accolta a partire da quella del mantenimento in mano pubblica di una percentuale del pacchetto azionario a garanzia degli obblighi di servizio pubblico e di quelli occupazionali e contrattuali dei lavoratori – osserva Caronia – C’è da chiedersi come sarà possibile mantenere l’attuale livello dei servizi senza ulteriori costi per la collettività, considerato che nessun armatore privato potrà mai compensare il costo delle tratte sociali e quindi in perdita con gli utili delle linee commerciali e turistiche – prosegue Caronia – C’è da aspettarsi verosimilmente, oltre a un ulteriore accentuarsi dell’aumento delle tariffe, anche la richiesta da parte dell’ipotetico acquirente di ricontrattare posti e costi del lavoro. Noi, ovviamente – conclude – non siamo per niente disponibili ad aprire un confronto su questi temi e rivendichiamo con forza il rispetto degli impegni assunti dal Governo al quale ancora una volta richiediamo un urgentissimo incontro. Siamo tuttavia più che mai decisi, forti della angoscia e della disperazione dei lavoratori, a lottare in ogni modo per far sì che questa bruttissima storia non abbia almeno un epilogo tragico”.