Gli operatori del turismo nautico di Napoli e provincia si preparano all’arrivo della stagione estiva tra luci ed ombre di un settore che presenta i numeri migliori nelle isole, mentre il capoluogo arranca. Si preannuncia un’estate da ‘tutto esaurito’ a Capri nel porto turistico di Marina Grande. Ad oggi, spiega il sindaco Ciro Lembo, “siamo già al completo per quanto riguarda le prenotazioni”. Il porto di Marina Grande può contenere 300 posti barca, ma Capri sfrutta anche la vicinanza del porto di Castellammare di Stabia: “È stato inaugurato da poco – spiega Lembo – ma rappresenta una sponda importante, data la vicinanza con l’isola, per gli arrivi dei giornalieri”. Si conferma folta la presenza estera: “I contratti con stranieri sono circa il 40% del totale. La rappresentanza maggiore è quella di russi ed americani”, aggiunge Lembo. La stagione nautica inizierà il prossimo 24 maggio, quando Capri ospiterà la ‘Rolex Capri Sailing Week’, regata di apertura degli eventi Rolex nel Mediterraneo che culminano nella regata dei ‘Tre vulcani’ che attraveresa tutta l’Italia: “È la prima volta che Capri ospita questa grande regata che normalmente si fa in Sardegna ed alla quale parteciperanno barche a vela di 45-50 metri. È un grande onore per noi”, conclude il sindaco di Capri. Procida, la più piccola delle isole del Golfo di Napoli, punta sul ricambio di turisti e sulle sinergie tra l’isola ed il territorio limitrofo, da Pozzuoli a Napoli fino a Capri ed Ischia. “La visione è quella di avere un albergo in mezzo al mare – spiega il presidente di Ascom Procida e responsabile nazionale Assonat per le isole minori Eugenio Michelino – Ad eccezione del porto di Marina Grande, gli altri porti turistici dell’isola sono di transito, non vendiamo nessun posto barca. I contratti non sono di lunga durata; questo aumenta la fruibilità ed abbiamo un continuo ricambio di turisti che possono usufruire del servizio di trasporto con la terraferma, una delle novità di quest’anno, un collegamento con la terraferma con una motonave che trasporta 150 persone”. I tre porti di Procida, Marina Grande, Corricella e Chiaiolella contano un totale di quasi mille posti barca. Michelino non nega che i dati del turismo nautico dell’isola, al momento, “non sono al massimo” a causa di “una contrazione del sistema”. Ma, aggiunge, “la messa in campo di queste strategie ci porterà ad una visione di crescita, nuovi posti di lavoro, nuovi servizi. Le previsioni sono positive”. Procida può contare su “un’enorme presenza straniera. Sull’isola stazionano alcune tra le più grandi società di charter nella nostra regione, forse in Italia, con circa 60-70 barche a vela che trascinano il turismo principalmente inglese e francese, soggetti che amano l’ecologia e l’ambiente, che prediligono il mare pulito ed il territorio poco urbanizzato”. Situazione completamente diversa a Napoli, dove il turismo da diporto trova maggiori difficoltà. “All’appello mancano 15.000 posti barca”, è l’allarme lanciato dal presidente dell’Unione nazionale armatori da diporto Lino Ferrara che considera insufficienti gli spazi presenti a Napoli dedicati al turismo nautico. “Quelli che esistono e che vengono chiamati posti barca – aggiunge Ferrara – sono approdi precari che vanno messi in sicurezza e non portano alcun beneficio al turismo”. Sono 2.500, si legge sul sito dell’Autorità portuale di Napoli, i posti barca disponibili a fronte di una domanda di circa 5.000 unità. La dotazione infrastrutturale carente, sottolinea Ferrara, porta alla nascita di “veri e propri campi boa che in estate danno sfoggio di sé davanti all’Ambasciata americana o a Nisida”. Un ‘parcheggio selvaggio’ che va a colpire i ‘giornalieri’, chi sul mare di Napoli transita: “I turisti che transitano lungo i mari della costa campana e che vorrebbero fermarsi per un determinato tempo sono impossibilitati dal farlo, perché c’è una normativa che impone di lasciare il 10% dei posti liberi proprio per ospitare eventuali diportisti”, sottolinea il presidente del Nauticsud. Il porto di Napoli, secondo Ferrara, non riesce ad essere una “vera porta della città sul mare”. Il diportista, a differenza dei crocieristi, “è un turista ad alta propensione alla spesa. Un farmacista di Viareggio che vuole fermarsi un paio di giorni a Napoli, pronto a spendere con un evidente ritorno per l’economia, è impossibilitato a farlo. Il crocierista invece ha già speso tutto – spiega Ferrara – Abbiamo realizzato un progetto che va dalla darsena Acton fino a Bagnoli e porterebbe 15.000 posti barca, meno impattanti sul territorio e che genererebbero una ricchezza stimata in diverse centinaia di euro per turista”. I piani sono nelle mani dell’assessore regionale all’Urbanistica Marcello Taglialatela: “Ci ha promesso un primo intervento ad aprile, ma considerando i suoi impegni politici gli diamo il beneficio a tutto il 2011 per fare almeno un quadro generale. Abbiamo già un protocollo d’intesa col ministero dei Beni culturali per uscire dal problema dei vincoli e che ha permesso alle Sovrintendenze di interferire diventando spesso un’ingessatura”, conclude Ferrara. L’assessore Taglialatela punta sul litorale flegreo. “Quando si parla di interventi che riguardano la diportistica a Napoli non è impensabile ragionare su lungomare, ma è evidente che il luogo da prendere in considerazione è Bagnoli – dichiara Taglialatela – A Mergellina si può recuperare un numero considerevole di posti barca spostando l’attracco degli aliscafi, ma non può essere che un aumento limitato di posti barca, a differenza di Bagnoli dove si possono utilizzare le strutture che già ci sono per le necessarie infrastrutture a terra e per il fronte retroportuale”. Riguardo i 15.000 posti barca invocati dal presidente dell’Unione nazionale armatori da diporto, Taglialatela risponde: “Mi sembra una cifra francamente enorme, io mi accontenterei di ricavarne altri 3.000 utilizzando le strutture tra Mergellina e Bagnoli, considerando anche la darsena di Via Acton e senza interventi invasivi che hanno bisogno di un’autorizzazione delle Sovrintendenze”.