Se proprio non se ne può fare a meno sarebbe bene che la tassa di soggiorno venisse concepita come tassa di scopo, cioè finalizzata a rendere più efficienti i servizi turistici di cui il visitatore ha bisogno. A sostenerlo è il Touring Club Italiano. “Valutiamo abbastanza positivamente quanto si legge sinora nello schema di decreto – ha dichiarato Franco Iseppi, presidente del TCI – ovvero che il nuovo balzello locale dovrà però essere utilizzato esclusivamente per il finanziamento totale degli interventi di turismo, ossia quelli a sostegno delle strutture ricettive, degli interventi di manutenzione, di fruizione e recupero dei Beni Culturali, nonché dei relativi servizi pubblici locali. Se non fosse così e gli enti locali potessero distrarre gli introiti derivanti da questa nuova imposta per destinarli alla copertura di altre spese non meglio definite – precisa il presidente Iseppi – si tratterebbe allora di un’operazione di ‘de-marketing’ pura e semplice che potrebbe solo nuocere allo sviluppo sul territorio del turismo, un settore dal quale si genera più del 10% del Pil nazionale ed è strategico per il rilancio della nostra economia”. Sempre secondo il Touring Club Italiano, la tassa di soggiorno dovrebbe inserirsi all’interno di una più ampia politica di valorizzazione territoriale in grado di tradursi in obiettivi concreti e realizzabili quali la riqualificazione dell’efficienza urbana, l’apertura di un museo, il restauro di un’opera d’arte o altro ancora. Andrebbe inoltre meglio specificato il criterio in base al quale distinguere tra i turisti veri e propri, sui quali applicare l’imposta, e coloro che viaggiano per lavoro, che dal pagamento della tassa dovrebbero essere opportunamente esclusi.