Botta e risposta tra Federturismo ed Assaeroporti dopo l’aumento delle tariffe decise da Aeroporti di Roma, società del gruppo Benetton, sull’aumento delle tariffe aeroportuali, quelle che pagano i vettori aerei per avere il diritto di decollo e atterraggio dallo scalo romano. Il pericolo è che questi aumenti finiscano con lo scaricarsi sulle tariffe in una misura che il Codacons ha già quantificato in 9 euro a biglietto in media. E tutto questo “in un momento già delicato per l’industria turistica”, ha denunciato Renzo Iorio, il presidente di Federturismo. Immediata la risposta dell’AdR attraverso la sua associazione, Assaeroporti: “Sono dichiarazioni che evidenziano un’insufficiente attenzione al tema della qualità del servizio al passeggero, nonché una scarsa visione di sistema”. Il paradosso di questa battaglia è che gli obiettivi sembrano convergenti. Federturismo vuole l’aumento del turismo e l’AdR risponde che gli incrementi tariffari sono finalizzati proprio agli investimenti per l’ampliamento di Fiumicino, finalizzato a sua volta ad un miglioramento dell’offerta turistica. Il presidente di Federturismo, però, non ci sta: “Gli incrementi previsti dal contratto di programma Enac-AdR per l’ammodernamento dello scalo romano determinano un ingiusto aumento dei costi che graverà sulle compagnie aeree e sui passeggeri”. Secondo Iorio, invece, “gli aumenti tariffari dovrebbero essere applicati solo dopo l’entrata in funzione delle nuove opere (prevista per il 2016), una volta avviati gli investimenti e non prima. Confido quindi che il Tar del Lazio possa accogliere il ricorso presentato da Assaereo per evitare che oneri ingiusti compromettano ulteriormente la competitività del principale scalo romano”. “L’intero settore turistico – sostiene Assaeroporti – non può prescindere da una modernizzazione della rete infrastrutturale aeroportuale per un miglior servizio ai viaggiatori, specie in considerazione di un aumento del flusso turistico dai Paesi extra-europei”. Lo scontro, insomma, è aperto e fissato su una contrapposizione che si preannuncia dura da sanare.