Ischia un anno dopo: l’isola c’è, per i turisti (e il Governo) il sisma è dimenticato

Fra meno di un mese sarà un anno dal momento della paura, da turisti che scappavano (gli italiani) o che decidevano di rimanere (gli stranieri) e dalle tante parole dette seguite poco dai fatti.
Quella di Ischia però è un’estate quasi normale che per fortuna poco ha da rinfacciare al sisma che a metà agosto dello scorso anno per alcuni secondi fece sussultare l’isola e quanti la popolavano in quei giorni.
Gli arrivi e le presenze sono grosso modo in linea con la tendenza generale del mercato e laddove si soffre, secondo gli operatori più che del terremoto è colpa di altri fattori.
“Si sta cercando di superare le criticità legate ai fatti dell’anno scorso – racconta il presidente della Federalberghi ischitana, Ermando Mennella –  Se il mercato di vicinanza soffre, soprattutto nell’individuale, quello  straniero continua nella sua ripresa ed è quello che ha meno sofferto”
Mennella conferma quanto si disse già un anno fa, ossia che i danni maggiori legati al sisma probabilmente sono stati quelli dovuti alle prime notizie di stampa che raccontavano l’isola come se fosse stata rasa al suolo.
“Niente di tutto questo invece, danni limitati a poche aree ben identificate. La campagna di sensibilizzazione avviata fin da settembre dello scorso anno ha mostrato a tutto il mondo che l’isola è perfettamente fruibile e non ci sono pericoli per la sicurezza dei turisti. Quello che ci preoccupa è la scarsa comprensione che di questa campagna ha avuto il mercato a noi più vicino, quello campano e italiano in generale che ha visto un rallentamento dei numeri mentre dall’estero già a fine anno arrivavano segnali positivi anche se la crescita non mostra ancora lo stesso segno percentuale degli ultimi anni. In generale comunque, le presenze più significative si registrano da nord Europa, Francia e Gran Bretagna ed è in ripresa anche il mercato russo”.
La tendenza evidenziata da Mennella è confermata da Luigi Polito, amministratore di Imperatore Travel ossia il maggior tour operator locale. “Il trend è questo ma, Ischia non soffre di criticità particolari che non siano quelle del turismo in Italia in genere. Forte concorrenza di settori alternativi come quello delle crociere, riapertura di alcune destinazioni del Mediterraneo e limitata capacità di spesa degli italiani sono elementi con cui quest’anno ci siamo dovuti confrontare. Soprattutto il terzo punto, la poca disponibilità a spendere per una vacanza è messa in evidenza dall’enorme quantità di offerta che in questi giorni viene proposta nelle agenzie con formule diverse, dai forti sconti al prendi due e paghi uno”.
NON TUTTI I TERREMOTI SONO UGUALI
Nonostante l’evento sis micosia stato in buona parte dimenticato, come lo stesso Polito osserva, rimandando la lettura di eventuali criticità del mercato alle difficoltà economiche e sociali del Paese Italia, il terremoto ha lasciato persistenti tracce di se su una porzione, seppur limitata dell’isola, nell’area di Casamicciola.
Qui si registrarono le due vittime e i danni maggiori e della zona sono i sette alberghi costretti a chiudere.
“Due di questi per fortuna hanno già provveduto alle ristrutturazioni e sono tornati operativi – racconta Mennella – ma l’azione del Governo centrale conferma che si adoperano pesi e misure diverse. Ci sono terremoti di serie A come quello di Amatrice e terremoti di serie B come il nostro, a cui non è stata data la dovuta attenzione”.
“Non bastano le misure di sospensione dei pagamenti  adottate nell’immediatezza del sisma grazie anche all’intervento della stessa Federalberghi – rivendica il presidente ischitano – Bisogna intervenire nelle zone danneggiate, dobbiamo passare da una fase emergenziale alla ricostruzione perché Ischia serve all’Italia in termini economici e deve essere fruibile nel cento per cento delle sue strutture e del territorio. L’isola ha numeri che pochi possono vantare in Italia, come gli oltre due milioni di turisti che sono arrivati nel 2016, vale a dire la metà di quelli che visitano Milano in un anno. Al sud siamo la terza destinazione dopo Sorrento e Taormina e auspichiamo la stessa attenzione da parte delle istituzioni”. (adp)