Immobili e turismo: quali opportunità per la città di Napoli

“Immobili e turismo: quali opportunità per la città di Napoli”, questo il titolo della tavola rotonda tenutasi nel capoluogo partenopeo il 26 giugno. L’incontro si inserisce in un buon momento per il turismo della città e si pone l’obiettivo di creare sinergie sul territorio per non disperdere e tramutare in bolla di sapone il boom turistico.

Tra i relatori Ivo Poggiani, Presidente III municipalità (Stella San Carlo all’Arena), che ha messo in luce i progetti e le aspettative per un quartiere emergente fino ad ora poco considerato dai turisti e che grazie ai nuovi flussi, sta vivendo un grande rilancio. “È il quartiere più sicuro di Napoli – ha detto Ivo Poggiani – con  numero di telecamere e sorveglianza superiore a tutte le altre aree. I numerosi beni artistici, come il cimitero delle fontanelle, hanno favorito la crescita e fatto aumentare il numero dei turisti culturali in modo esponenziale. Solo alle Catacombe di San Gennaro, per esempio, i visitatori sono aumentati da 4000 a 110.000 l’anno. La sfida per il futuro, è saper mantenere i risultati raggiunti, ma imprescindibile è riuscire a migliorare i servizi della città verticale, in primis i trasporti”.

Stefano Mazza, amministratore di Leonardo Immobiliare e commissario di vigilanza della Borsa Immobiliare di Napoli, è intervenuto sul fronte immobiliare: “Siamo di fronte a un fenomeno nuovo, ovvero la grande richiesta di immobili nel centro storico e macro aree come Forcella, la Sanità e i Quartieri Spagnoli, che per questo stanno registrando un aumento di prezzi, in alcuni casi raddoppiati, mentre fino a qualche anno fa erano considerate periferie in città. Noi che monitoriamo l’area abbiamo almeno 15/20 telefonate al giorno solo per richieste di strutture trasformabili potenzialmente in b&b”.

A tutto questo ottimismo e certezza di successo si contrappone l’analisi di Agostino Ingenito, presidente di Abbac (Associazione dei Bed & Breakfast ed Affittacamere della Campania), che pone l’accento sulla necessità di collaborare tra istituzioni e privati, associazioni e professionisti di settore, affinché la città possa diventare un esempio da imitare. Un modello Napoli così da evitare che si spersonalizzi come altre città italiane o, peggio, che il flusso turistico come è arrivato, in modo spontaneo, si trasformi altrettanto spontaneamente in flop.

Il tema dell’aspetto architettonico delle strutture è stato affrontato da Lia Chiaiese e Elena Masullo, architetti di Archielle e specializzate nel settore, che hanno evidenziato le difficoltà pratiche per rendere una struttura idonea come b&b o casa vacanza, dovendo affrontare lunghezze burocratiche e spesso approssimazione anche dei clienti stessi.

L’avvocato Nicola Todisco ha chiuso i lavori con una panoramica su obblighi e opportunità per gli imprenditori che hanno investito in immobili o che si affacciano con interesse alla professione di gestore di b&b. Tanti gli argomenti affrontati: dalla figura professionale multigestionale alle previsioni di rendita su una media di 25 notti occupate, pari a tre volte un normale affitto,  dalle spese da non sottovalutare alla necessità di saper accompagnare il cliente e non pensare che la struttura si gestisca in autonomia. Ed ancora cosa non da poco, l’impossibilità dei condomini di inibire la volontà di aprire un B&b, potendo solo ottenere un aumento di rata condominiale per chi gestisce la struttura, giustificata dalla maggiore usura degli ambienti comuni.