Il ministro del turismo Centinaio: ecco il mio programma

“Il turismo, ci credo profondamente, è veramente il settore chiave per la crescita economica del Paese e del mondo intero. Solo nel dire queste cose, il mio cuore si riempie di entusiasmo e di voglia di fare. Sappiate che non intendo lasciare che queste rimangano solo parole.  Perché per me, per noi di questo governo, l’unica alternativa possibile non è il fare generico, ma il fare bene e una volta per tutte”. È con queste parole che il ministro Gian Marco Centinaio ha illustrato il suo programma per il Turismo davanti alle Commissioni attività produttive di Camera e Senato.

Durante l’audizione il ministro ha parlato da “operatore del turismo”, snocciolando dati e toccando tanti ambiti sui quali intervenire: dall’Enit al digitale, dalla formazione al Sud, dalla mobilità al turismo accessibile, dal sostegno alle imprese al ruolo delle guide turistiche…

“Il turismo – ha detto il ministro – è un punto importante del programma di governo Lega – Movimento 5 Stelle, nel quale abbiamo voluto definire le aree di azione prioritarie ed i principali temi su cui intervenire. Abbiamo innanzitutto posto il problema della Governance pubblica del turismo, visto che consideravamo non soddisfacente il percorso che esso aveva vissuto nel corso degli anni e che – nell’ultimo periodo – lo aveva visto “ridotto” a mera direzione generale di un Ministero gigantesco quale quello dei Beni ed Attività Culturali”. Da qui la decisione di portare il turismo all’interno del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, “un Ministero solido che, come il turismo, affonda le sue radici nell’essenza del territorio del nostro Paese”. “Azioni concrete – ha continuato Centinaio – fatte di risultati misurabili, espressione di una nuova politica del turismo improntata all’efficacia ma anche all’efficienza, che faccia del dialogo tra pubblico e privato il suo strumento quotidiano”.

Ed ecco il dettaglio delle linee programmatiche illustrate dal ministro Centinaio.

ENIT e promozione turistica nazionale. “ENIT è l’ente nazionale italiano per il turismo e l’anno prossimo compirà esattamente cento anni. Nella visione di NITTI, nel 1919, doveva essere lo strumento principe per la promozione dell’Italia all’estero. Nell’attuale visione si fatica (ormai da molti anni) a capire quale siano i suoi reali obiettivi, si fatica a misurarli e soprattutto a stabilirne l’efficienza in termini di correlazione con i costi”, le parole del ministro. E ancora: “Enit deve essere il centro di una strategia focalizzata, deve essere in grado di fornire – essa si – un piano strategico coerente, sviluppare una strategia prodotto, attivare sinergie territoriali in pieno supporto alle autonomie regionali. Il tutto in un’ottica di brand nazionale che va affrontata una volta per tutte. Se è vero, infatti, che l’Italia è il prodotto delle sue diversità, è altrettanto vero che la costruzione del brand deve essere quanto più condivisa possibile”.

Uso dei dati e digitale. Il ministro ha espresso “l’intenzione di impegnarmi seriamente alla sistematizzazione della gestione dei dati nazionali, affrontando il problema delle fonti e lavorando sulla raccolta ed elaborazione affinché i numeri siano veramente utili, oltre le analisi storiche, anche e soprattutto a livello previsionale”. E Centinaio intende utilizzare la trasformazione digitale nel settore del turismo per: “Creare circoli virtuosi di trasparenza e dunque contribuire fattivamente alla lotta all’abusivismo; favorire lo sviluppo delle imprese, sia a livello dimensionale che di network; interagire efficacemente con i sistemi di sgravio fiscale, sia vecchi che nuovi, ad esempio legati alle problematiche del tax refund; attivare sistemi innovativi di governance e di funzionamento a tutti i livelli; migliorare gli aspetti fondamentali del tessuto sociale”.

Lavoro, sostegno alle imprese e formazione. Centinaio ha affermato di voler “verificare la possibilità di costituzione di un Fondo di Garanzia che intervenga sia negli ambiti di accesso al credito da parte delle imprese che per le iniziative di investimento, ammodernamento, ristrutturazione, al fine di rendere l’offerta realmente adeguata al potenziale della domanda di Italia da parte dei turisti internazionali e nazionali”. E poi sistemi di incentivazione per creare posti di lavoro, la reintroduzione dei voucher nel turismo e il nodo formazione: “Le professioni turistiche in genere, inoltre, sono sempre state considerate una scelta di serie B. Ebbene, la mia ambizione è di fare in modo che la scelta di una professione nel turismo sia, dai primi momenti, una scelta di alto profilo. Lavorerò per contribuire alla creazione di percorsi formativi ad hoc, cosi come ad una migliore valorizzazione degli istituti alberghieri esistenti”. Un riferimento particolare alle guide turistiche, professione da tutelare. Il ministro ha annunciato interventi per scoraggiare e punire “tutte le modalità abusive di tale professione (oggi molto diffuse) da parte di soggetti improvvisati e non qualificati, che arrecano danno sia per l’economia sia per il prestigio dell’Italia”.

Demanio marittimo e direttiva Bolkestein. Il ministro è apparso molto deciso sulla questione: “Le concessioni demaniali sono beni e non servizi, diceva Bolkestein, e di conseguenza non possono essere soggette alla direttiva Ue Servizi. Parlando di concessioni demaniali, lacuali e fluviali a uso turistico-ricreativo, con oltre 30.000 concessionari solo per le spiagge, ci stiamo riferendo ad un ambito di piccola media impresa tra i più importanti nel settore del turismo, soggetti imprenditoriali nazionali che hanno costruito nel tempo un sistema economico e generato intere destinazioni. È nostra ferma intenzione intervenire per tutelarli al meglio”.

Tassa di soggiorno e lotta all’abusivismo. “I proventi della tassa di soggiorno per legge dovrebbero essere reinvestiti dal comune solo ed esclusivamente nell’ambito turistico. Nella realtà questo spesso non avviene”, le parole del ministro che ha promesso che la situazione sarà completamente rivista.

Piano per il sud e mobilità. “Il SUD è e rimane il bacino potenziale più interessante e non sfruttato di questo Paese. Per me però sarà molto più di un oggetto di interesse, per me rappresenterà un obiettivo definito, un’area di verifica delle sinergie tra turismo e politiche agricole, alimentari e forestali”, ha affermato il ministro. “La criticità primaria per lo sviluppo di destinazioni su ampio raggio nel nostro Paese è la “raggiungibilità” delle destinazioni stesse. E in questo senso sono consapevole che bisogna continuare a lavorare con grande proazione, assieme a tutti i soggetti coinvolti, primo tra tutti il MiT”. Molta attenzione sarà posta anche trasporto aereo.

Turismo accessibile. Non si tratta di “un turismo di nicchia”, ma di “un concetto trasversale rispetto a tutti i tipi di turismi, che si concretizza in un mercato universale, per interagire con il quale dobbiamo necessariamente mettere a sistema una visione fatta di conoscenze e competenze che oggi sono patrimonio di pochi e farla diventare invece patrimonio condiviso”. Così il ministro che ha aggiunto: “Vorrei quindi che gli interventi economici e finanziari per la fiscalità agevolata, gli incentivi alle imprese, l’ampliamento del fondo di garanzia, vengano utilizzati anche e soprattutto in questa direzione. Cosi come intendo includere la parametrazione dell’accessibilità nel nuovo sistema di classificazione alberghiera che ho in mente di promuovere assieme alle autonomie locali e regionali”.