Da rivolte in Nord Africa operatori turismo denunciano danni per 25 milioni di euro

I tour operator italiani guardano con favore al vento di ‘rivoluzione’ che continua a spirare su molti Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, ma allo stesso tempo esprimono preoccupazione per l’andamento del giro d’affari attestatosi al lumicino tra gennaio e febbraio, “il periodo più brutto – spiegano – degli ultimi 30 anni”. E, nonostante le agenzie di viaggi abbiano archiviato nei primi tre mesi dell’anno perdite tra i 25 ed i 30 milioni di euro, qualche protagonista del settore auspica ottimisticamente che il mese di aprile possa confermare, rafforzandola, “la graduale ripresa registrata a marzo”. Il consuntivo dei primi tre mesi dell’anno, spiega Roberto Corbella, presidente di Astoi, “è molto pesante per gli operatori turistici, con una perdita secca di circa 25 milioni di euro”. Tuttavia, avverte, alcuni Paesi, e tra questi soprattutto l’Egitto e la Tunisia, “stanno facendo registrare un ripresa graduale e crediamo che i primi risultati si potranno registrare a Pasqua, visto che settimana dopo settimana stanno aumentando le prenotazioni per recarsi lì”. E, per capire meglio, spiega che da solo l’Egitto fa segnare al momento, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, un -40% di arrivi, “anche se bisogna dire che da solo il Mar Rosso non ha mai sofferto molto gli effetti dello sconvolgimento politico che quel Paese ha attraversato”. Il problema però non è neanche degli addetti ai lavori italiani, spiega Alberto Corti, direttore di Federviaggio, “quanto del fatto che il centro del Mediterraneo, secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, è l’area più ricca di flussi al mondo. Per questa ragione siamo tutti molto allarmati nel caso in cui queste difficoltà internazionali dovessero durare a lungo”. In quest’area, infatti, “transitano ogni anno circa 330 milioni di turisti”. E allora, sintetizza, “possiamo dire che, soprattutto per noi italiani, piove terribilmente sul bagnato, anche perché per i tour operator il 2010 si è chiuso con un -5% di passeggeri e qualcosa di più per il fatturato. In ogni caso – aggiunge – poteva anche andare peggio, ma abbiamo recuperato con i flussi provenienti dal Centro Europa. Anche a fronte di ciò il 2011 pare proseguire allo stesso modo del 2010 ed in questo la domanda turistica dell’Italia è stata simile a quella della Gran Bretagna. Meglio invece – conclude – Francia e Germania, grazie soprattutto alla loro domanda interna”. Qualche barlume di speranza la lascia intravedere il presidente di Assotravel Andrea Giannetti. “Al momento le vendite sono piuttosto basse, pari a circa l’80% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Però – avverte – dai conti di aprile, mese con molte festività, comprenderemo quanto sarà solido questo primo accenno di ripresa. Se riusciremo ad attestarci al 50-60% dell’anno scorso, allora – conclude – sarà possibile anche arrivare all’80% nei mesi più caldi”.