Sarà un 2014 in crescita sul fronte del turismo internazionale, che sceglierà l’Italia come meta. Ad evidenziarlo è Ciset attraverso TRIP, il Modello di Previsione dei flussi turistici in uscita due volte l’anno (maggio e novembre). Il 2013 sembra chiudersi all’insegna di una moderata espansione, con alcune delle economie più avanzate, Canada, Australia ed Usa innanzitutto, posizionate ormai su livelli già superiori a quelli pre-crisi, mentre altre come Eurozona e UK in primis paiono ormai avviate su un sentiero di ripresa sicuro, per quanto lento, ma significativamente ridimensionate. Dall’altro lato, il fronte asiatico sembra essere riuscito a tener testa alle tensioni di inizio anno. La Cina, in particolare, sta registrando un’accelerazione dell’attività economica superiore a quella attesa grazie ad un significativo quanto non scontato aumento della domanda interna che sembra avere più che bilanciato la caduta dell’export verso l’occidente in crisi. L’effetto combinato di questi fattori si tradurrà in una crescita mondiale per l’anno in corso pari a +3%. A partire dal 2014 le previsioni segnalano un +3,8% per il prossimo anno ed un +4% per il 2015. Le previsioni per la Cina indicano una crescita compresa tra +7,5% e +7,8% nel biennio, seguita dall’India con un +5,1% e +5,8% nei due anni. In America Latina, i big del biennio appena trascorso, Brasile ed Argentina, sembrano condividere pesantemente la crisi, tanto che la dinamica del Pil 2013-2014 viene progressivamente rivista al ribasso (non superiore al +2,4% per l’anno in corso ed intorno a +3,0% nel 2014). Le economie dell’Est Europa mostrano performance ancora più ridimensionate, con la Russia che dovrebbe attestarsi nel biennio tra l’1,7% ed il 2,9%. Nonostante lo shutdown abbia rallentato la crescita Usa nel corso dell’ultimo trimestre, gli analisti concordano nel ritenere le perdite temporanee: positivi sono i segnali sul fronte dei consumi, degli investimenti fissi da parte delle imprese ed anche delle costruzioni (+22% nell’anno in corso). Le prospettive di medio termine sono perciò decisamente più ottimistiche, tanto che per il biennio ci si attende tassi di crescita non inferiori a +2,6%. L’area euro, infine, ha registrato un cambio di passo nell’ultimo trimestre con tassi positivi non solo per le esportazioni, ma anche per consumi (+0,7%), investimenti (+1%) e spesa pubblica (+1,7%). Ciò non basterà ad invertire già nel 2013 il segno (si prevede infatti che l’economia europea chiuda l’anno con un -0,3%), ma pone le basi per un successivo biennio finalmente in espansione. Evidenti rimangono comunque le divergenze tra Paesi. Mentre l’economia tedesca, anche grazie alle ottime performance dell’export, è orientata ad un’espansione decisamente superiore alla media dell’area (+1,4% nel 2014), ben sette Paesi resteranno su terreno negativo (nell’ordine Grecia, Portogallo, Italia, Spagna, Olanda, Finlandia, Irlanda) ed altri tre non supereranno il +0,1% (Francia, Belgio e Danimarca). Incrementi superiori all’1% si registreranno solo per Norvegia (+1,6%) e UK (+1,4%). In miglioramento il trend per il 2014, quando ancora in terreno negativo dovrebbe restare solo la Grecia (-1,0%), mentre per gli altri Paesi non si supererà comunque il +2,3%.
Articolo Precedente
Enac dopo fallimento Aeradria: Garantire continuità scalo Rimini in attesa di nuovo gestore
Articolo Successivo