Bit perde l'11% delle visite, ma aumentano gli appuntamenti d'affari

Calano dell’11% le visite in fiera, a riprova che in tempo di crisi per molti le vacanze sono la prima cosa cui si rinuncia, ma aumentano del 38% gli appuntamenti d’affari organizzati per fare incontrare la domanda internazionale e l’offerta dei territori italiani, testimonianza dell’appeal crescente del Paese come meta turistica: è un bilancio a due facce quello della 32esima edizione della Bit, ma è soprattutto uno specchio del settore, già disegnato alla vigilia dell’apertura dai dati dell’Istat. Al salone, che ha chiuso ieri a Fieramilano dopo quattro giorni di manifestazione, sono stati 89.800 i visitatori, di cui 54.600 operatori professionali ed il resto pubblico generico, mentre gli incontri d’affari dedicati alla promozione delle destinazioni turistiche italiane hanno superato quota 18.000 contro i 13.000 dell’edizione precedente. Gli organizzatori, d’altra parte, stanno cercando di fare evolvere sempre di più la rassegna verso una dimensione rivolta al business. “Nel contesto economico attuale, la Bit è attenta ad ascoltare le esigenze di un mercato in evoluzione”, spiega Marco Serioli, direttore delle manifestazioni di Fiera Milano. Quest’anno è stata la prima volta a Rho-Pero per il 43% dei 500 compratori internazionali che hanno incontrato 2.000 venditori italiani. In particolare, secondo gli organizzatori del salone, hanno mostrato un forte interesse verso l’Italia i buyer provenienti da Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia. Quanto alle tipologie di vacanza, spiegano in fiera, continua il successo dell’Italia come meta enogastromica e per i viaggi di nozze. E crescono i viaggi alla scoperta della musica italiana, specie classica ed opera, di parchi e giardini, piccoli borghi, moda e design.