ASTOI su ‘direttiva pacchetti’: no a estensione responsabilità solidale e sussidiaria alle agenzie di viaggio
In merito alla Direttiva “Pacchetti Turistici”, il cui schema di decreto di recepimento ha appena lasciato le Camere per giungere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ASTOI Confindustria Viaggi manifesta le medesime perplessità già sollevate dalla distribuzione sulle estensioni di responsabilità che sono state inserite nei pareri rilasciati dalle Commissioni di Camera e Senato.
L’Associazione aveva evidenziato alle Commissioni Parlamentari alcuni aspetti su cui il legislatore interno sarebbe potuto intervenire per scongiurare il proliferare del contenzioso o per eliminare aree grigie del testo o, infine, per evitare un ingiustificato ed iniquo aggravio di costi per i Tour Operator. Tali richieste sono state ignorate e, incomprensibilmente, si è dato spazio invece a previsioni che la Direttiva neppure ipotizza.
“Riteniamo infatti – scrive ASTOI in una nota – che la previsione di una responsabilità solidale in via sussidiaria delle agenzie di viaggio per l’inadempimento relativo ai servizi inclusi in un pacchetto non abbia alcun fondamento, né pratico né giuridico.
Non può gravarsi una parte della filiera di compiti e conseguenti responsabilità di natura economica che trovano la loro fonte in circostanze – quali i difetti di conformità che è fuor di dubbio siano inerenti l’esecuzione del contratto – che esulano dalla sfera di controllo e quindi di intervento del venditore, mero intermediario. È del tutto ovvio che il venditore debba fornire informazioni corrette e consigliare nella scelta un viaggiatore, poiché ciò rientra nei suoi doveri di diligenza professionale e negli obblighi che la legge pone a suo carico ed è già previsto dalla attuale legge e dalla nuova Direttiva. Estendere, invece, agli intermediari una solidarietà passiva ed addirittura sussidiaria nella restituzione del prezzo, equivale a creare una frattura non solo nella filiera del turismo, ma anche nell’impianto giuridico. Il mandatario – così come definita la figura dell’intermediario dalla giurisprudenza – non risponde degli obblighi che gravano sul mandante. Auspichiamo quindi che il Consiglio dei Ministri possa emanare una norma corretta e aderente al dettato del legislatore europeo”.