Anche gli alberghi greci accusano i colpi della crisi

In uno dei momenti più duri della crisi economica che attanaglia la Grecia, entrata ormai nel quinto anno di recessione, anche per il settore alberghiero ellenico, una volta tra i più fiorenti al mondo, le prospettive non sono rosee per quest’anno, soprattutto in considerazione delle aspettative negative riguardo alla prossima stagione estiva. Circa il 10% degli albergatori greci, come Giorgos Tsakiris, presidente della Camera ellenica degli Hotels, ha spiegato al quotidiano Kathimerini, hanno manifestato l’intenzione di vendere le proprie quote attraverso le agenzie immobiliari, siti web specializzati e canali di investimento. Il che significa, secondo Tsakiris, che circa 1.000 alberghi tra grandi e piccoli in tutto il Paese dovrebbero essere messi in vendita in un prossimo futuro. Tsakiris rileva, inoltre, che la crisi economica e la ridotta liquidità sul mercato hanno aggravato il fenomeno degli albergatori che scelgono di chiudere piuttosto che continuare a combattere per la sopravvivenza, anche se gli stessi motivi hanno reso sempre più difficile trovare acquirenti pure se nel frattempo il prezzo medio richiesto dai proprietari di hotel è calato del 10%. Nella regione dell’Attica (Grecia centrale), i proprietari di almeno 50 alberghi hanno reso noto di star cercando un acquirente. Una delle più grandi società immobiliari del Paese, intanto, detiene già un portafogli di 22 hotel nell’Attica, di cui Atene è il capoluogo ed il cui valore totale ammonta a 290,6 milioni di euro. Di queste 22 unità, 10 si trovano nel centro di Atene (con quattro su piazza Omonia e nei suoi pressi), tre nel quartiere di Patissia ed uno ciascuno in piazza Syntagma, Plaka e Psyrri. Il prezzo più alto, 95 milioni di euro, è richiesto per un albergo di 385 stanze vicino all’ormai malfamata piazza Omonia. Inoltre, gli alberghi (spesso di lusso) situati nel centro di Atene hanno visto un crollo non solo nelle prenotazioni e nei soggiorni di turisti stranieri a causa dei recenti disordini registratisi per lo più su piazza Syntagma, davanti al Parlamento, ma anche un vero e proprio congelamento del settore del turismo congressuale. Secondo stime fornite da Panayiotis Podimatas, responsabile della compagnia internazionale Congress Rental Network (Crn), ben 16 tra conferenze e viaggi aziendali già prenotati in tutta la Grecia sono stati cancellati dall’inizio dell’anno a causa dei timori suscitati dagli scioperi e dalle proteste popolari. Tra i congressi ed i seminari internazionali che si sarebbero dovuti tenere in un albergo a cinque stelle di Atene, ma che sono stati annullati dagli organizzatori, c’erano anche incontri di lavoro di aziende come Microsoft, Honeywell e Siemens la quale, fra l’altro, ha deciso di spostare la propria conferenza in Turchia. La crisi economica, naturalmente, non ha colpito solo gli hotel della capitale ellenica, ma ha fatto vittime anche nel settore alberghiero di Salonicco, la seconda città della Grecia per numero di abitanti. Lì, secondo Aristotelis Thomopoulos, responsabile della locale associazione degli albergatori, gli hotel attualmente in vendita sono ormai 18.