Forse è l’ultima chiamata per il Governo e c’è grande attesa per il verdetto sulla trattativa Alitalia-Etihad. Come scrive ‘Il Messaggero’ “in questi giorni l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, ha ricucito lo strappo dopo la lettera di James Hogan e smussato gli angoli, ma tutto questo lavoro diplomatico non è ancora sufficiente. Lo stesso Hogan sarebbe poi in difficoltà perché ad Abu Dhabi non sono affatto contenti di come si è sviluppata la trattativa. C’è delusione per l’atteggiamento di Palazzo Chigi che, nonostante l’impegno del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ed i tweet di Matteo Renzi, non ha ancora fornito, a sentire gli arabi, delle risposte nette. Al momento – continua il quotidiano romano – i punti caldi sono sostanzialmente due: esuberi e rotte. Da una parte Etihad chiede un taglio permanente del costo del lavoro. E preme, come noto, per alleggerire la compagnia di almeno 3.000 persone tra piloti, hostess e personale di terra. Servono, è il suggerimento, soluzioni all’esterno della compagnia che garantiscano un taglio secco. Una partita complessa che richiede l’impegno del governo per ricollocare gli esuberi”. Altro nodo è quello che riguarda l’aeroporto di Linate: “La compagnia del Golfo – scrive ancora ‘Il Messaggero’ – si aspetta che l’esecutivo vari un decreto ad hoc per utilizzare al meglio lo scalo milanese, con slot e nuove rotte. Allo scopo, è evidente, di contrastare le low cost e sfruttare sinergie e network emiratino. Se queste due condizioni si verificheranno anche gli altri due tasselli del puzzle, debito e manleva, potranno comporsi in fretta”.
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