Oltre 12,1 miliardi di investimenti di qui al 2044, di cui 2,5 nel prossimo decennio, per supportare l’espansione dell’aeroporto Fiumicino. È quanto prevede il piano di sviluppo 2012-44 messo a punto da Aeroporti di Roma sul quale si aprono oggi le consultazioni dell’Enac con il Comitato degli utenti (handler e compagnie aeree). “Noi siamo pronti a partire: abbiamo idee chiare, un piano credibile e vogliamo un confronto con tutti e arrivare alla fine”, ha detto il presidente di AdR Fabrizio Palenzona, sottolineando però la necessità di “un quadro di regole certe e preventive”. Palenzona ha quindi risposto alle critiche sull’impegno della società sottolineando che “i nostri azionisti vogliono talmente tanto investire che da tre-quattro anni non prendono dividendi e lasciano tutte le risorse (in media 92 milioni di euro l’anno) dentro l’aeroporto dal 2007 per non peggiorare la situazione”. Il piano presentato a Fiumicino, che è lo stesso illustrato nel 2009 a Villa Madama con l’aggiunta delle modifiche indicate dall’Enac, genererà ricadute socio-economiche con la creazione di oltre 230.000 posti di lavoro nel lungo termine (30.000 nei primi dieci anni) ed attività aggiuntive stimabili in circa 2,3 miliardi di euro nel 2020. “Ma non aspettiamo il 2044, già dal 2014 ci saranno nuovi piazzali, nel 2016 un nuovo Molo”, ha spiegato l’amministratore delegato Lorenzo Lo Presti sottolineando che “se arriveranno le Olimpiadi siamo in grado di poter dare una risposta”. Il piano di investimenti andrà attuato nell’ambito del nuovo contratto di programma e del piano tariffario. C’è però un ostacolo. L’Europa, infatti, ha fatto sapere il presidente dell’Enac Vito Riggio, ha inviato il 24 novembre scorso all’Italia una lettera di diffida per le procedure seguite: nel nostro Paese, infatti, c’è una serie di passaggi governativi (Cipe, vaglio dei ministeri competenti, dpcm e Corte dei Conti), mentre secondo la direttiva Ue dovrebbe esserci un solo contratto tra AdR ed utenti. “Penso che comunque un governo così europeista come quello di Monti si adeguerà alla direttiva – ha detto Riggio – A quanto mi risulta il ministero dei Trasporti sta già lavorando in questo senso”. Un nodo da risolvere sarà poi quello delle tariffe: AdR vorrebbe infatti che venisse compreso una sorta di ristoro per il mancato adeguamento tariffario. La società vorrebbe che gli oltre 400 milioni di investimenti fatti negli ultimi dieci anni dalla società venissero spalmati su tutto l’arco del piano. Sul ristoro, ha risposto Riggio, “occorrerà una decisione responsabile del Governo venditore e non dell’Enac”.
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