Fiera Roma: “Il turismo è il nostro oro, deve essere priorità per la ripartenza”

“Al nostro Paese serve un ministero per il Turismo, con portafoglio: il turismo è il nostro oro, rappresenta il 13% del Pil e il 15% dell’occupazione del nostro Paese. Per lavoro ho vissuto in moltissimi Paesi e ho toccato con mano che proprio tutti vogliono venire in Italia almeno una volta nella vita. In particolare per Roma e Lazio, dopo un buon 2019, c’erano ottime prospettive per il 2020, questo virus ha colpito il turismo in modo drammatico ed è il settore a rilascio più lento, con tutte le categorie di lavoratori coinvolti in profonda sofferenza. Ora è il momento di investimenti importanti, bisogna mettere l’Italia in condizione di far ripartire il volano più importante dell’economia”.

Così Pietro Piccinetti, Amministratore unico di Fiera Roma, in un’intervista social a Starting Finance.

“Il sistema delle fiere e dei congressi, oggi naturalmente fermo per l’emergenza Covid19, è un acceleratore imponente sia dell’economia che dei territori. Per ogni euro che fattura una fiera – è un dato proveniente da studi internazionali – arrivano dai 7 ai 12 euro per le comunità locali. Noi generiamo indotto su tassisti, sui negozi, sui ristornati, sugli alberghi, tutte realtà che si vedono coinvolte in un turismo di qualità e alto spendente: la spesa media di un partecipante ad una fiera o a un congresso è di 800 euro al giorno. Il sistema fieristico italiano è quarto al mondo, genera affari per 60 miliardi di euro, dà origine al 50% dell’export nazionale, rappresentando la più concreta chance di mettersi in contatto con il mercato estero. Aver dovuto cancellare le fiere e i congressi – segmento rispetto al quale l’Italia era tra l’altro in forte crescita – è un problema allora non solo per noi operatori, ma per l’economia tutta. A  oggi – continua Piccinetti –  sono 160 gli eventi fieristici annullati, di cui 30 definitivamente gli altri posticipati senza nessun tipo di certezza. Per quanto riguarda i congressi siamo, stando ai calcoli di Federcongressi, a 3.455 appuntamenti tra rinviati e annullati per un impatto economico pari a € 227.283.660,13. Solo come Fiera Roma siamo a circa tredici milioni di fatturato persi dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, senza certezze sulla ripresa”.

“Bisogna riconoscere – spiega ancora l’amministratore di Fiera Roma – che non è facile per nessuno gestire questa emergenza, una guerra mondiale nata dal nulla e il Governo ha avuto fin dall’inizio tutto l’appoggio della nostra categoria. In questo momento non possiamo che affidarci alla scienza e agli scienziati rispetto ai tempi della riapertura, mettendo con convinzione davanti la necessità di tutelare la salute, specie dei più fragili. Da manager e imprenditore ovviamente vorrei riaprire domattina, ma dobbiamo stare attenti e valutare ciò che sia meglio per la piena ripresa del Paese: se si aprisse tutto troppo presto e poi si dovesse richiudere, sarebbe un disastro”.

“Per parte nostra – conclude Piccinetti – posso dire che il sistema delle fiere sta posticipando tutte le manifestazioni: vogliamo sperare di poter ripartire con il calendario da settembre, ma ancora è impossibile avere certezze. Nel mentre, visto che ogni fatturato è fermo, per non morire abbiamo bisogno di aiuti, magari, come avvenuto per il sistema fieristico danese, tramite fondi europei. Ne va della nostra sopravvivenza e di quanto questo impatterebbe sull’economia italiana. Saremo comunque propositivi e proporremmo dei Protocolli (sviluppati insieme a tutti gli attori preposti) per ripartire in tutta sicurezza, ma ripartire”.